Ricordo con estrema nitidezza il primo giorno di lockdown, quando pensai che da lì in poi sarebbe stato un periodo di grande cambiamento. Dopo tre giorni iniziai ad avere un senso di frustrazione per non poter uscire da casa, non tanto per la mancanza di vita sociale che solitamente la mia è scarsa, ma per la visione che avevo del mio futuro lavorativo. Ho cercato di esprimerla documentando la quotidianità tra le quattro mura domestiche. Ciò che prima era scontato e sembrava non avere nessuna importanza, era diventato essenziale per la sopravvivenza. Il mio sguardo per sette giorni in una casa dove normalmente torno solo per pranzo, cena e notte. Ho sentito però il bisogno e il dovere di documentare anche ciò che stava accadendo in città, quindi procurandomi un incarico lavorativo che mi permetteva di muovermi liberamente, ho fotografato e filmato i silenzi e i vuoti di una città che sembrava ferma, disabitata. Ho voluto poi approfondire nel dettaglio questo periodo storico che stiamo vivendo, pertanto ho pensato di mettermi in contatto con molti dei miei amici e conoscenti proponendo loro di farsi fotografare fuori dalla porta di casa, nell’androne del loro condominio, nel cortile della loro abitazione, nel luogo che è stato il confine tra l’appartamento dove si era costretti a stare e l’esterno dove era vietato recarsi salvo per necessità. Persone fotografate con la mascherina che rendeva tutti uguali nell’angoscia e nella paura del virus. Ho chiesto poi a ciascuno di raccontarmi la propria esperienza nel lockdown a livello lavorativo, emozionale e personale, come se stessero scrivendo pagine del loro diario. Così è nato “Linea di Confine”. Un piccolo progetto per lasciare una traccia indelebile e far sì che il drammatico periodo che ha colpito così come il mondo intero anche la mia città, nella pur drammatica cosa che è stata per la perdita di uomini e donne, non resti semplicemente un lontano ricordo sbiadito dal tempo. Sentivo che bisognava fermare le sensazioni, emozioni, ansie, paure, riflessioni, dolori, preoccupazioni, incertezze, visioni, esperienze di tutti che, con le loro storie personali, hanno saputo rendere la propria esperienza, una toccante storia universale.
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